Un pezzo di storia

Il Gran Premio di Francia è un pezzo di storia fondamentale nell’automobilismo sportivo. Nonostante questo, logiche di mercato ne stanno mettendo in discussione la presenza, insieme a quella di altri prestigiosi Gran Premi, per fare posto a gare in nuovi paesi, solitamente a fini di promozione economica e turistica.

Vediamo quindi le tappe fondamentali dell’evoluzione di questa gara, sotto il profilo delle piste e degli eventi ad esse collegati.

Ancora prima dell’avvento della Formula 1, la Francia è terreno fertile per la crescita dell’automobilismo sportivo: alla fine del 19. secolo viene qui disputata la prima competizione per automobili, e nel 1906 viene organizzato il primo “Grand Prix” a Le Mans, località poi resa celebre dalla corsa di durata sulla distanza di 24 ore.

Con la nascita del Campionato Mondiale di Formula 1, la Francia ha ovviamente un posto fisso in calendario. Fino ai giorni nostri, il Gran Premio di Francia si è sempre disputato, fatta salva l’edizione 1955, annullata a causa dell’incidente di Le Mans, che portò ad una temporanea sospensione delle attività motoristiche in diversi paesi.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare il Gran Premio di Francia non si è mai corso sul tracciato di Le Mans usato per la 24 ore. Fino a metà degli anni ’60 si corse sui circuiti stradali di Reims e Rouen (con alcune variazioni di configurazione). Le caratteristiche delle due piste erano piuttosto diverse: Reims era formato da lunghi rettifili, corrispondenti a tratti di viabilità ordinaria, lungo i quali ancora oggi si possono vedere alcune strutture usate per le gare, mentre Rouen era un circuito più guidato, con sequenze di curve particolarmente impegnative.

Nel 1952 la gara si disputa su un tempo di 3 ore, piuttosto che la consueta distanza in numero di giri o kilometri. Nel 1954 si impone la Mercedes, con la versione carenata della propria vettura, particolarmente adatta ai lunghi rettilinei del circuito di Reims. Sono però anche anni pericolosi: nel 1958, sempre a Reims, Luigi Musso perde la vita durante il Gran Premio, al termine del quale Juan Manuel Fangio annuncia il ritiro dalle competizioni. Nel 1961 ancora Reims è teatro di un evento più unico che raro, nella storia della Formula 1: Giancarlo Baghetti esordisce e riesce a vincere il Gran Premio, in quella che rimarrà la sua unica vittoria, dopo un duello prolungato con Dan Gurney, battuto in volata. Nel 1962 Rouen è teatro dell’unica vittoria della Porsche in F.1 come costruttore “completo”.

Nel 1965 compare una nuova pista, quella di Clermont-Ferrand, che si alternerà con le altre fino ai primi anni ’70. La pista è lunga ed impegnativa, costruita in una zona vulcanica, con un tracciato decisamente tortuoso, che ricorda in piccolo le difficoltà del Nürburgring. La superficie della pista si dimostrerà sempre molto severa con vetture e soprattutto pneumatici: le forature sono all’ordine del giorno, e nell’edizione del 1972 una pietra scagliata da una vettura colpisce Helmut Marko ad un occhio, lasciandolo menomato. Questo incidente porterà alla fine della storia di Clermont-Ferrand in Formula 1, mente continuerà, come anche per Rouen, l’utilizzo della pista per le formule minori. Oggi Clermont-Ferrand ha un tracciato più breve, ma con strutture ammodernate.

D’altra parte la concorrenza “interna” per la disputa del Gran Premio di Francia è decisamente accesa. Nel 1967 si corre a Le Mans, ma sul circuito corto, denominato Bugatti. La pista si rivela una delusione, sia per lo spettacolo che per i piloti, e questa edizione rimarrà l’unica disputata a Le Mans. La pista è comunque stata poi utilizzata per le formule minori e per le corse motociclistiche, con alcune modifiche, in parte legate a quelle del circuito principale.

Nel 1968 a Rouen si consuma un dramma: Jo Schlesser, al debutto sulla nuova Honda, esce di pista e muore tra le fiamme della sua vettura. E’ l’ultima edizione corsa su questa difficile pista, rivelatasi molto pericolosa. Anche in questo caso, le formule minori continueranno ad usare il tracciato ancora per anni.

Ci sono comunque nuove piste che si affacciano progressivamente alla ribalta per ospitare la prestigiosa gara. Le Castellet è una di queste piste. Situata all’estremo sud della Francia, verrà utilizzata sia come pista per i test invernali, sia come tracciato di gara. Anche in questo caso siamo in presenza di una pista molto impegnativa, caratterizzata da  sequenze di curve particolarmente difficili, e dal lunghissimo rettilineo del Mistral. Questo rettifilo, lungo ben oltre un kilometro, metteva a dura prova i motori ed era seguita da una curva molto veloce, Signes, in cui il coraggio del pilota e la confidenza con la vettura erano di fondamentale importanza per il tempo sul giro. In tempi anche recenti, giornalisti, commentatori ed ex-piloti erano soliti ritrovarsi sulle tribune nei pressi di questa curva per giudicare e capire chi fossero i piloti più efficaci in questo difficile punto.

Con l’uscita di scena della pista di Clermont-Ferrand, a causa dei problemi dell’asfalto, emerge il tracciato di Dijon-Prenois. Caratteristica di questa pista i suoi curvoni ed i saliscendi, ma anche la sua scarsa lunghezza. Nel corso della prima edizione, nel 1974, la pole position è inferiore al minuto. Il tracciato viene così allungato, con l’inserimento di un tratto con una curva denominata Parabolique. L’alternanza del Gran Premio di Francia fra Le Castellet e Dijon-Prenois fa sì che quest’ultima pista sia teatro di una edizione storica nel 1979: vede infatti la prima vittoria di un motore turbocompresso, con la Renault di Jean-Pierre Jabouille, ed il famosissimo duello, nelle fasi finali, fra Arnoux e Villeneuve per il secondo posto. Nel 1981 ha luogo la prima vittoria di Alain Prost, mentre nel 1982 la pista ospita il Gran Premio di Svizzera. Nel 1984 per l’ultima volta è teatro di una gara di Formula 1, ma la scarsa lunghezza lo pone al di fuori degli standard delle piste moderne.

Le Castellet rimane quindi la sede principale del Gran Premio di Francia. Nel 1986, però, durante test privati fra i Gran Premi di Monaco e del Belgio, in un grave incidente muore Elio De Angelis, al volante di una Brabham. La sicurezza garantita ai test viene messa sotto accusa, ma come misura immediata la pista viene accorciata: una bretella collega il tratto del traguardo direttamente con il rettilineo di Signes, tagliando fuori la S della Vetreria, teatro dell’incidente. La lunghezza della pista cala drasticamente e con essa i tempi sul giro. Ci sono ancora edizioni spettacolari, come quella del 1989 con l’incidente di Gugelmin e la rimonta di Mansell, o quella del 1990 con la grande prestazione di Capelli che termina secondo con la Leyton House.

Ma anche i giorni di Le Castellet sono contati: motivi prevalentemente politici portano all’adeguamento di una pista già esistente a Magny Cours. Il tracciato è modernissimo e all’avanguardia, e a partire dal 1991 ospita tutte le edizioni fino ad oggi corse del Gran Premio di Francia. Il tracciato è composto da curve che riprendono quelle dei circuiti più famosi, e da essi prendono il nome: Estoril replica il curvone finale del circuito portoghese, Adelaide il tornantino presente sul tracciato cittadino australiano, e così via. Solo due modifiche hanno mutato il volto del nuovo circuito: nel 1992 è stata eliminata la chicane che seguiva il tornantino Adelaide (in effetti piuttosto inutile, essendo un punto già molto lento), mentre per l’edizione 2003 si è dato un nuovo profilo al tratto finale, tra la curva Chateau d’Eau ed il traguardo, compreso l’ingresso dei box. Anche questa pista ha visto competizioni avvincenti, come l’edizione bagnatissima del 1999, con la rimonta di Hakkinen dal fondo della griglia e la vittoria finale della Jordan di Heinz-Harald Frentzen grazie ad una strategia particolarmente avventurosa. Ma molte, forse troppe, edizioni hanno visto uno spettacolo piuttosto monotono, che si somma all’isolamento della pista quanto a strutture ricettive (alberghi e simili), pertanto è oggi in discussione il trasferimento del Gran Premio di Francia su una pista diversa.

Ma quali sono le possibilità ? Le Castellet si è rinnovato, ma è divenuto un tracciato esclusivamente per test: sono state tolte le tribune, asfaltate tutte le vie di fuga e sono state predisposte numerosissime varianti del tracciato, per tutte le esigenze. La proprietà ha più volte affermato che organizzare una gara ufficiale non è nei loro programmi perché troppo costoso e meno redditizio dell’utilizzo esclusivo per i test della pista… Rimane quindi in piedi, al momento la suggestiva (?) ipotesi di un tracciato cittadino a Parigi, in particolare a Eurodisney. Bisognerà però vedere come andranno i prossimi Gran Premi che si prevede di correre su circuiti cittadini. I progetti sono molti (Valencia, Singapore), ma la Formula 1 da diversi anni ha come unico tracciato cittadino Monaco. Probabilmente la scelta della prossima sede del Gran Premio di Francia sarà legata al successo degli altri tracciati cittadini.

Fernando, deciditi…

E’ bello constatare che la coerenza, o meglio la dignità, in Formula 1 è un valore che cambia molto più di frequente di quanto vengano cambiate le gomme ai box.
Ve lo ricordate lo sfogo di Alonso?
Fernando, ospite di una radio spagnola, aveva sbracato dando contro al team, reo di favorire Hamilton, inglese in squadra inglese.
Sono passate appena due settimane e ieri in conferenza stampa lo spagnolo se ne esce con un “erano tutte chiacchere della stampa”, “sto bene dove sto”…
Insomma si rimangia le sue stesse parole con molta disinvoltura.

I grandi successi della canzone italiana: Sei forte papà

GIANNI MORANDI / NICOLAS TODT
SEI FORTE PAPA’ 
(ed.misonofattodasolo)

Quella squadra di GP2 quanti soldi che fa
La prendi papà ? Si !
L’idiota della Sauber che corse che fa !
Lo prendi papà ? Si !
L’idiota è senza squadra e non lo lascio qua !
Lo prendi papà ? Lo prendo se vuoi così vincerà
Quel finlandese dormiglione sbadiglia di già !
Lo prendi papà ? Si !
Quel tecnico inglese trasloca in Hondà !
Lo denunci papà ? Si
Ma questa mia Ferrari mi sembra l’Arca di Noè però ci si sta
stringendosi un po’ !
Sei forte papà !

Foto di Famiglia

Guardate che bella questa foto.
Siamo in Spagna e si sta festeggiando la vittoria di Felipe “the Brain” Massa.
Sono tutti in divisa Ferrari, tranne l’uomo al centro della foto, che deve essere certo uno che conta per potersi piazzare così al centro dell’attenzione…
Chi sarà mai questo misterioso personaggio?

ferrari-spagna.jpg

Un pilota decisamente sopravvalutato?

Oppure un pilota molto sfortunato?

Questo mi domandavo ieri sera mentre pensavo alla 250 e ai nomi ne fanno parte. C’era un nome che avevo sulla punta della lingua ma assolutamente non mi veniva in mente…poi dopo attenta riflessione ci sono arrivato.

Manuel Poggiali.

Allora mi sono domandato: ma che fine ha fatto? Una rapidissima ricerca con Google ed ecco che sul sito ufficiale spunta questo comunicato.

Comunicato stampa del 13 dicembre 2006

Il due volte Campione del Mondo di Motociclismo Manuel Poggiali con il presente comunicato stampa annuncia che non parteciperà al Campionato Mondiale 2007.

 

Il Pilota sanmarinese, dopo aver interrotto il rapporto contrattuale con il team K T M per volere della casa austriaca, ha ricevuto varie proposte sia per la classe 250 che per la classe 125, nonché per la SuperBike, ma nessuna di queste era al livello delle sue aspettative.

 

Manuel vuole cogliere quest’occasione per salutare tutti i propri tifosi, in particolare quelli del Fans Club Ufficiale, ringraziare la propria famiglia che sempre gli è stata vicino come del resto i suoi sponsor storici ovvero il Dott. Enzo Mularoni dell’Azienda Del Conca, il Dott. Lino Dainese dell’omonima Azienda, il Dott. Leardini dell’Azienda Leagel e gli amici della Banca Partners.

Manuel Poggiali: “E’ stata un scelta molto difficile ma credo sia giunto il momento di prendermi un anno di riflessione per poi ritornare con un team e una moto vincenti nella stagione 2008”. Manuel Poggiali

 

Il fatto che sia stata la KTM a rescindere il contratto e non una scelta consensuale mi fa pensare ad una certa sopravvalutazione del pilota, che in fin dei conti si è distinto solo per aver vinto un mondiale 125 nel 2003.

 

Aspettiamo il 2008 e vedremo…

F.1, French GP, statistical preview

HAMILTON
The podium sequence continues with the win in Indianapolis, now the English driver needs only one more podium to enter the top-10 podium sequences of all times.
Brian Lawrence from rasf1m newsgroup signals also that “Hamilton becomes the joint-youngest two-time winner. He was exactly the same age as Bruce McLaren when he won his second race – 22 yrs and 161 days. They are the only drivers to win twice before the age of 23. Only one driver has achieved three wins before the age of 24 – Fernando Alonso, who was 23y 248d old when he won his third GP. Alonso went on to reach 7 wins before his 24th birthday”.

MCLAREN
The British team is running a string of 3 consecutive wins, it didn’t happen since 2005, when Raikkonen and Montoya were able to record a string of 6 consecutive wins from Hungary to Japan. The record sequence of McLaren, which is also the absolute record for Formula 1, goes from Brazil 1988 to Belgium 1988, when Prost and Senna recorded a total of 11 consecutive wins.

IS THE RACE USELESS?

  • The last 8 races have been won by the driver that was in the lead at the end of the first lap;
  • 7 times out of 8 the winner was also the polesitter. Only Massa in Malaysia 2007 missed the win after setting the pole position;
  • 4 times out of 8 races the winner recorded a hat-trick scoring also the fastest lap of the race.

THE FRENCH GRAND PRIX
56 French GPs have been run so far (only Italy and Great Britain have hosted 57 GPs) and Magny Cours is the track that hosted the higest number of French Gps, 16, starting in 1991. The second most used track is Paul Ricard, with 14 French GPs.

  • the most successful driver is Michael Schumacher, that won 8 times, an absolute record for a single track, and for a GP as well;
  • in the last 10 races, only 4 times the author of the pole position won the race: 1997 (M.Schumacher), 2003 (R.Schumacher), 2005 (Alonso) and 2006 (M.Schumacher);
  • the last time a McLaren won the French GP was in 2000 (D.Coulthard). Before this win, to find another McLaren success we must go back until 1989 (A.Prost). McLaren won 5 times in France; the most successful manufacturer is Ferrari, with 15 wins, the first in 1952, the last in 2006;
  • McLaren recorded its last pole in Magny Cours in 1998 (M.Hakkinen);

SELECTED MILESTONES RECORDED IN THE FRENCH GRAND PRIX
Year   Event 
1951 Luigi Fagioli, Wins nº 1
1953 Mike Hawthorn, Wins nº 1
1954 Mercedes, Wins nº 1 (Juan Manuel Fangio)
1954 Mercedes, Pole positions nº 1 (Juan Manuel Fangio)
1954 Mercedes, Fastest laps nº 1 (Hans Herrmann)
1961 Giancarlo Baghetti, Wins nº 1
1962 Dan Gurney, Wins nº 1
1962 Porsche, Wins nº 1 (Dan Gurney)
1964 Brabham, Wins nº 1 (Dan Gurney)
1968 Jacky Ickx, Wins nº 1
1973 Ronnie Peterson, Wins nº 1
1979 Jean Pierre Jabouille, Wins nº 1
1979 Renault, Wins nº 1 (Jean Pierre Jabouille)
1981 Alain Prost, Wins nº 1
1990 Ferrari, Wins nº 100 (Alain Prost)
2001 Michael Schumacher, Wins nº 50
2001 Ralf Schumacher, Pole positions nº 1
2005 Jarno Trulli, Front row places nº 10
2006 Michael Schumacher, Podium places nº 150
More milestones on FORIX.

MAGNY COURS PERSONAL SCOREBOARD
(related to active drivers)

  • Fernando Alonso, was on the podium on his last 3 visits to Magny Cours, recording two second places and a win in 2005. He was on pole in 2004 and 2005;
  • Giancarlo Fisichella never made it to the top-5 in 10 starts;
  • Felipe Massa retired for mechanical problems two times (2002 and 2005) out of 5 starts;
  • Kimi Raikkonen never retired in France out of 6 starts, his best result is a second place (2002 and 2005) and his worst a 7th (2001, 2004);
  • Rubens Barrichello‘s best result in France is a third place, recorded 4 times, from 1999 to 2001 and in 2004;
  • Nick Heidfeld never made it to the top-5 in 7 starts, he never retired in Magny Cours;
  • Ralf Schumacher recorded a win here in 2003 and has never retired out of 9 starts;
  • David Coulthard recorded a win in Magny Cours in 2000 and set 5 straight fastest laps from 1998 to 2002;
  • Alexander Wurz spun off the race three times out of four participations on the french track.

ANNIVERSARIES OF THE WEEK
25th of June
– 1999: First pole for the Stewart team (Magny Cours). Nico Rosberg’s birthday (22 years);
28th of June – 1964: First win for the Brabham team recorded by Dan Gurney in Rouen (French GP);
29th of June – 2003: First pole position for Kimi Raikkonen at the Nurburgring (Europe GP);
30th of June – Ralf Schumacher’s Birthday (32 years);
1st of July – 2001, Magny Cours: 50th win for Michael Schumacher, first pole position for Ralf Schumacher. 1979, Dijon Prenois: first win for the Reanult team and J.P. Jabouille. First fastest lap for René Arnoux (also on a Renault RS10). 1973, Paul Ricard: first win for Ronnie Peterson. 1951, Reims: first and only win for Luigi Fagioli.

(m.m.)

Montoya vince nella NEXTEL Cup

Juan-Pablo Montoya aggiunge al suo palmares anche una vittoria nella NEXTEL Cup della Nascar.
Il successo per il colombiano è arrivato al termine di una gara in cui partiva 32° su 43, ricca di colpi di scena. Juan-Pablo si è distinto per aver lottato corpo a corpo con i piloti più quotati della Nascar e per aver gestito il (poco) carburante che gli rimaneva negli ultimi giri di gara, beffando il suo principale rivale per il successo, Kevin Harvick, che lo ha lasciato passare nella speranza che finisse la benzina.

Piccola riflessione su Montoya e sui suoi successi: una volta vincere in molte categorie diverse era un qualcosa che rendeva il pilota appetibile per la Formula 1, ora invece Montoya vince da reietto della Formula 1…

Al di là della simpatia o antipatia per il colombiano, non si può dire che gli manchi la velocità, eppure in Formula 1 al giorno d’oggi sono preferibili dei decotti alla Wurz, degli stracotti alla Fisichella o dei protetti come Sato…

Breve storia del Gp di Francia

Dal 1997 in poi, il Gp di Francia corso sull’asettico circuito di Magny Cours, in genere è stato teatro di grandi momenti di noia, con qualche eccezione.

Nel 1997 si decide tutto alla prima curva e negli ultimi giri. Alla prima curva perchè Schumacher (Ferrari), passando davanti a Frentzen (Williams) si assicura una buona posizione per gestire la gara, Villeneuve (Williams), suo rivale per il titolo, è a sua volta dietro alla Ferrari di Irvine e deve guardare da lontano il suo rivale che va a vincere. Un acquazzone improvviso negli ultimi giri rischia di sconvolgere la classifica, ma a parte un testacoda di Villeneuve, che comunque non perde la posizione, non accade nulla.

1998: si ripete la scena dell’anno prima, solo che la Ferrari quest’anno ha dei rivali diversi, le due McLaren di Hakkinen e Coulthard. Schumacher si invola alla prima curva, mentre dietro Irvine fa da tappo in maniera clamorosa. Hakkinen rimedia pure un testacoda, che gli preclude le possibilità di passare l’irlandese, il quale fa il compitino fino in fondo, consentendo una doppietta Ferrari, la prima dopo secoli.

Il 1999 è uno di quei rari casi in cui a Magny Cours ci si diverte davvero: in qualifica piove parecchio e la griglia sembra tirata a sorte, un esempio per tutti: Mika Hakkinen, campione del mondo e candidato al bis, è quattordicesimo.
Si parte con la gara asciutta e Coulthard (McLaren) fa una sparata micidiale, andando in testa e procedendo a suon di giri veloci fino a quando cuoce tutto e deve ritirarsi. Va quindi in testa Barrichello, alle cui spalle arriva ben presto un Hakkinen strepitoso, che passa tutti – Schumacher compreso – come se fossero fermi. Comincia a piovere e viene scelleratamente fatta scendere in pista la safety car, una decisione a dir poco discutibile…
Alla ripresa della gara sale in cattedra Schumacher, che passa tutti e va in testa, fino a quando un problema al volante lo costringe ai box. Hakkinen torna quindi protagonista, portandosi a sua volta al comando con un passo fenomenale. Il finlandese però deve ancora fare una sosta prima del finale, il che consente a Frentzen, costante ma mai brillantissimo (rimedia anche un testacoda) di vincere. Il segreto sta nella strategia: team lo aveva rifornito all’inverosimile al 22° giro (su 72), Frentzen evita così una sosta nel finale che gli fa guadagnare tempo prezioso.
Nelle retrovie si assiste alla scena patetica di Irvine e Ralf Schumacher che scortano al traguardo Michael Schumacher, handicappato dai problemi sopracitati. Ad un certo punto però Michael va talmente piano che è impossibile per Ralf non passarlo e soffiargli la quarta posizione.

Il 2000 è l’anno della volgarità: un Coulthard probabilmente intossicato da sostanze il cui consumo non è legale, non ci sta a subire da Schumacher continue manovre volte a difendere la posizione (eufemismo per dire: ti taglio la strada ogni volta che provi a passarmi) e diverse volte gesticola all’indirizzo del tedesco, ora dandogli del segaiolo, ora mostrando un più universale dito medio.
Alla fine Coulthard riesce a passare e non è più impegnato a fare gestacci fino alla fine della gara. Schumacher cuoce il motore ed Hakkinen completa la doppietta McLaren.

L’edizione del 2001 è un altro capitolo della telenovela “casa Schumacher”: per farsi un regalo di compleanno Ralf usa in qualifica delle gomme supermorbide, che gli garantiscono la pole. In gara nei primi giri è in testa scortato dal fratello, ma dopo la prima sosta il fratello minore (in tutti i sensi), scivola dietro a Michael, che passeggia fino all’arrivo. Il compito del pilota Ferrari è ulteriormente agevolato dal fatto che Ralf, lentissimo, si rifiuta di dare strada al compagno Montoya, l’unico che avrebbe la velocità per impensierire Michael. Alla fine Montoya rompe, ed il quadretto familiare con i due Schumacher primo e secondo è ricomposto.

2002: chi di riga ferisce, di riga (quasi) perisce. La penalità “introdotta” dalla Ferrari nel Gp d’Europa del 2001, cioè segnalare ai commissari che se un pilota taglia la riga bianca in uscita dai box va penalizzato, si ritorce contro il team di Maranello: Schumacher passa in testa beffando Montoya alla prima tornata di pit stop, ma il tedesco uscendo dagli stessi ha toccato la riga bianca e viene quindi penalizzato. Sembra quindi che possa maturare la prima vittoria di Raikkonen, ma il finlandese scivola negli ultimi giri sull’olio lasciato dalla Toyota di McNish e a trionfare è il vecchio padrone, Schumacher, che conquista con largo anticipo anche il titolo mondiale.

2003: le due Williams fanno doppietta in qualifica, gara e giri veloci. Tutto qua.

Il Gp del 2004 è l’ennesima esagerazione applicata al mondo della Formula 1. Schumacher è dietro ad Alonso e non riesce a passare. La gara prevede già tre soste ai box, che fare quindi? Beh se ne fanno quattro…Michael vince, con Alonso incapace a difendersi in questo duello a distanza.

2005, altra edizione soporifera. Alonso prende il comando seguito (si fa per dire) dalla Toyota di Trulli, che è maledettamente lenta. A Magny Cours non si passa, quindi al momento del primo pit stop Fernando ha già un vantaggio abissale e si limita a gestire da quel momento in poi. Alonso è anche agevolato dal fatto che il suo principale avversario, Raikkonen, costretto ad un cambio di motore, parte solo tredicesimo. Arriva secondo, ma non è mai in grado di avvicinare il pilota Renault.

2006: le Ferrari non hanno rivali, Michael si invola da subito e a Massa è demandato il compito di trattenere Alonso. Ovviamente non ce la fa, Alonso cambia strategia da tre a due pit stop (per fortuna non quattro, altrimenti apriti cielo…) e beffa Felipe per la piazza d’onore.

Motomondiale a Donington

125

Finalmente una vittoria di Pasini. Quest’anno sembrava una maledizione. Dopo 5 pole-position e 6 ritiri in 8 gare, arriva finalmente la vittoria tanto attesa. La maledizione pare scacciata. Primo al traguardo con un distacco considerevole (per le 125) sul secondo classificato.

Unica gara su pista praticamente asciutta, Pasini aiutato stavolta dalla fortuna, al secondo giro sfila fino alla sesta posizione dalla pole, ma risale, aiutato da qualche caduta ed errore dei diretti avversari, concludendo primo una gara condotta in solitaria.

I primi 5 al traguardo

  1. Pasini
  2. Koyama
  3. Faubel
  4. Gadea
  5. Olive

La classifica

  1. Faubel, 118 punti
  2. Talmacsi, 115 punti
  3. Pesek, 94 punti
  4. Gadea, 92 punti
  5. Koyama, 88 punti
  6. Corsi, 86 punti

250

Unica gara corsa con pista completamente bagnata. Fin dall’inizio si capisce che sarà una gara a 3. Infatti, Dovizioso, de Angelis e Lorenzo fanno il vuoto dietro di loro, girando mediamente un secondo e mezzo più veloci degli altri.

De Angelis conduce la gara dalla partenza e sembra abbastanza sicuro della sua posizione. Lorenzo e Dovizioso non sembrano in grado di insidiare il primo posto, troppo rischioso azzardare dei sorpassi. Al decimo giro accade però quello che non t’aspetti. Lorenzo, leader del mondiale 250, cade per aver dato troppo gas in accelerazione da una curva e non riesce a ripartire, lasciando de Angelis e Dovizioso a contendersi la vittoria, con Dovizioso che sembra leggermente più veloce del sammarinese.

A due giri dalla fine, altro colpo di scena. De Angelis, che evidentemente risentiva anche della pressione di Dovizioso, cade regalandogli la vittoria. De Angelis concluderà comunque secondo. Terzo Aoyama.

I primi 5 al traguardo

  1. Dovizioso
  2. de Angelis
  3. Aoyama H.
  4. Takahashi
  5. Aoyama S.

La classifica

  1. Lorenzo, 153 punti
  2. Dovizioso, 142 punti
  3. de Angelis, 135 punti
  4. Bautista, 100 punti
  5. Barbera, 71 punti

MotoGP

Infine la MotoGP. Alla partenza la pista è parecchio bagnata, tanto che viene dichiarata dal direttore di corsa Gara Bagnata. Edwards dalla pole-position scatta bene e si mantiene al primo posto, mentre sia Rossi che Stoner hanno qualche difficoltà in partenza (soprattutto l’italiano) e perdono alcune posizioni.

Per i primi 10 giri la gara nonostante questo sembra equilibrata. Ci sono 8 piloti vicini che si contendono le posizioni di testa. Edwards conduce il gruppo, de Puniet lo chiude. Man mano che i giri passano il gruppetto si assottiglia. Hayden Cade. Pedrosa, dopo un buon avvio, viene risucchiato indietro come de Puniet. Rossi fatica a tenere il passo di Stoner, Edwards e della Suzuki di Vermeulen, commettendo anche diversi errori.

Alla fine saranno Stoner e la Ducati ad avere la meglio su una pista che in condizione di asfalto umido, con tendenza ad asciugarsi, vede i gommati Michelin in difficoltà, più o meno grave a seconda del tipo di gomma scelto, mentre i gommati Bridgestone se la cavano più che bene.

Male gli italiani nel complesso. Rossi riesce a chiudere 4° a fatica. Capirossi cade mentre stava rimontando, a pochi giri dalla fine. Melandri conclude al 10° posto dopo una gara piuttosto anonima.

I primi 5 al traguardo

  1. Stoner
  2. Edwards
  3. Vermeulen
  4. Rossi
  5. Hopkins

La classifica

  1. Stoner, 165 punti
  2. Rossi, 139 punti
  3. Pedrosa, 106 punti
  4. Vermeulen, 88 punti
  5. Hopkins, 83 punti

Nel complesso il duo Stoner-Ducati, dimostra di essere decisamente il più in forma. Il giovane australiano non sembra sentire la pressione e la Ducati continua a fornire prestazioni eccellenti. Il duo Yamaha-Michelin a quanto pare invece continua l’altalena. Un po’ va bene un po’ no. Sicuramente c’è qualcosa che non va e se Rossi non vuole perdere il mondiale dovranno darsi da fare per trovare una soluzione. Molto male invece la Honda, che non riesce a vincere da quasi un anno.