Il Gran Premio di Francia è un pezzo di storia fondamentale nell’automobilismo sportivo. Nonostante questo, logiche di mercato ne stanno mettendo in discussione la presenza, insieme a quella di altri prestigiosi Gran Premi, per fare posto a gare in nuovi paesi, solitamente a fini di promozione economica e turistica.
Vediamo quindi le tappe fondamentali dell’evoluzione di questa gara, sotto il profilo delle piste e degli eventi ad esse collegati.
Ancora prima dell’avvento della Formula 1, la Francia è terreno fertile per la crescita dell’automobilismo sportivo: alla fine del 19. secolo viene qui disputata la prima competizione per automobili, e nel 1906 viene organizzato il primo “Grand Prix” a Le Mans, località poi resa celebre dalla corsa di durata sulla distanza di 24 ore.
Con la nascita del Campionato Mondiale di Formula 1, la Francia ha ovviamente un posto fisso in calendario. Fino ai giorni nostri, il Gran Premio di Francia si è sempre disputato, fatta salva l’edizione 1955, annullata a causa dell’incidente di Le Mans, che portò ad una temporanea sospensione delle attività motoristiche in diversi paesi.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare il Gran Premio di Francia non si è mai corso sul tracciato di Le Mans usato per la 24 ore. Fino a metà degli anni ’60 si corse sui circuiti stradali di Reims e Rouen (con alcune variazioni di configurazione). Le caratteristiche delle due piste erano piuttosto diverse: Reims era formato da lunghi rettifili, corrispondenti a tratti di viabilità ordinaria, lungo i quali ancora oggi si possono vedere alcune strutture usate per le gare, mentre Rouen era un circuito più guidato, con sequenze di curve particolarmente impegnative.
Nel 1952 la gara si disputa su un tempo di 3 ore, piuttosto che la consueta distanza in numero di giri o kilometri. Nel 1954 si impone la Mercedes, con la versione carenata della propria vettura, particolarmente adatta ai lunghi rettilinei del circuito di Reims. Sono però anche anni pericolosi: nel 1958, sempre a Reims, Luigi Musso perde la vita durante il Gran Premio, al termine del quale Juan Manuel Fangio annuncia il ritiro dalle competizioni. Nel 1961 ancora Reims è teatro di un evento più unico che raro, nella storia della Formula 1: Giancarlo Baghetti esordisce e riesce a vincere il Gran Premio, in quella che rimarrà la sua unica vittoria, dopo un duello prolungato con Dan Gurney, battuto in volata. Nel 1962 Rouen è teatro dell’unica vittoria della Porsche in F.1 come costruttore “completo”.
Nel 1965 compare una nuova pista, quella di Clermont-Ferrand, che si alternerà con le altre fino ai primi anni ’70. La pista è lunga ed impegnativa, costruita in una zona vulcanica, con un tracciato decisamente tortuoso, che ricorda in piccolo le difficoltà del Nürburgring. La superficie della pista si dimostrerà sempre molto severa con vetture e soprattutto pneumatici: le forature sono all’ordine del giorno, e nell’edizione del 1972 una pietra scagliata da una vettura colpisce Helmut Marko ad un occhio, lasciandolo menomato. Questo incidente porterà alla fine della storia di Clermont-Ferrand in Formula 1, mente continuerà, come anche per Rouen, l’utilizzo della pista per le formule minori. Oggi Clermont-Ferrand ha un tracciato più breve, ma con strutture ammodernate.
D’altra parte la concorrenza “interna” per la disputa del Gran Premio di Francia è decisamente accesa. Nel 1967 si corre a Le Mans, ma sul circuito corto, denominato Bugatti. La pista si rivela una delusione, sia per lo spettacolo che per i piloti, e questa edizione rimarrà l’unica disputata a Le Mans. La pista è comunque stata poi utilizzata per le formule minori e per le corse motociclistiche, con alcune modifiche, in parte legate a quelle del circuito principale.
Nel 1968 a Rouen si consuma un dramma: Jo Schlesser, al debutto sulla nuova Honda, esce di pista e muore tra le fiamme della sua vettura. E’ l’ultima edizione corsa su questa difficile pista, rivelatasi molto pericolosa. Anche in questo caso, le formule minori continueranno ad usare il tracciato ancora per anni.
Ci sono comunque nuove piste che si affacciano progressivamente alla ribalta per ospitare la prestigiosa gara. Le Castellet è una di queste piste. Situata all’estremo sud della Francia, verrà utilizzata sia come pista per i test invernali, sia come tracciato di gara. Anche in questo caso siamo in presenza di una pista molto impegnativa, caratterizzata da sequenze di curve particolarmente difficili, e dal lunghissimo rettilineo del Mistral. Questo rettifilo, lungo ben oltre un kilometro, metteva a dura prova i motori ed era seguita da una curva molto veloce, Signes, in cui il coraggio del pilota e la confidenza con la vettura erano di fondamentale importanza per il tempo sul giro. In tempi anche recenti, giornalisti, commentatori ed ex-piloti erano soliti ritrovarsi sulle tribune nei pressi di questa curva per giudicare e capire chi fossero i piloti più efficaci in questo difficile punto.
Con l’uscita di scena della pista di Clermont-Ferrand, a causa dei problemi dell’asfalto, emerge il tracciato di Dijon-Prenois. Caratteristica di questa pista i suoi curvoni ed i saliscendi, ma anche la sua scarsa lunghezza. Nel corso della prima edizione, nel 1974, la pole position è inferiore al minuto. Il tracciato viene così allungato, con l’inserimento di un tratto con una curva denominata Parabolique. L’alternanza del Gran Premio di Francia fra Le Castellet e Dijon-Prenois fa sì che quest’ultima pista sia teatro di una edizione storica nel 1979: vede infatti la prima vittoria di un motore turbocompresso, con la Renault di Jean-Pierre Jabouille, ed il famosissimo duello, nelle fasi finali, fra Arnoux e Villeneuve per il secondo posto. Nel 1981 ha luogo la prima vittoria di Alain Prost, mentre nel 1982 la pista ospita il Gran Premio di Svizzera. Nel 1984 per l’ultima volta è teatro di una gara di Formula 1, ma la scarsa lunghezza lo pone al di fuori degli standard delle piste moderne.
Le Castellet rimane quindi la sede principale del Gran Premio di Francia. Nel 1986, però, durante test privati fra i Gran Premi di Monaco e del Belgio, in un grave incidente muore Elio De Angelis, al volante di una Brabham. La sicurezza garantita ai test viene messa sotto accusa, ma come misura immediata la pista viene accorciata: una bretella collega il tratto del traguardo direttamente con il rettilineo di Signes, tagliando fuori la S della Vetreria, teatro dell’incidente. La lunghezza della pista cala drasticamente e con essa i tempi sul giro. Ci sono ancora edizioni spettacolari, come quella del 1989 con l’incidente di Gugelmin e la rimonta di Mansell, o quella del 1990 con la grande prestazione di Capelli che termina secondo con la Leyton House.
Ma anche i giorni di Le Castellet sono contati: motivi prevalentemente politici portano all’adeguamento di una pista già esistente a Magny Cours. Il tracciato è modernissimo e all’avanguardia, e a partire dal 1991 ospita tutte le edizioni fino ad oggi corse del Gran Premio di Francia. Il tracciato è composto da curve che riprendono quelle dei circuiti più famosi, e da essi prendono il nome: Estoril replica il curvone finale del circuito portoghese, Adelaide il tornantino presente sul tracciato cittadino australiano, e così via. Solo due modifiche hanno mutato il volto del nuovo circuito: nel 1992 è stata eliminata la chicane che seguiva il tornantino Adelaide (in effetti piuttosto inutile, essendo un punto già molto lento), mentre per l’edizione 2003 si è dato un nuovo profilo al tratto finale, tra la curva Chateau d’Eau ed il traguardo, compreso l’ingresso dei box. Anche questa pista ha visto competizioni avvincenti, come l’edizione bagnatissima del 1999, con la rimonta di Hakkinen dal fondo della griglia e la vittoria finale della Jordan di Heinz-Harald Frentzen grazie ad una strategia particolarmente avventurosa. Ma molte, forse troppe, edizioni hanno visto uno spettacolo piuttosto monotono, che si somma all’isolamento della pista quanto a strutture ricettive (alberghi e simili), pertanto è oggi in discussione il trasferimento del Gran Premio di Francia su una pista diversa.
Ma quali sono le possibilità ? Le Castellet si è rinnovato, ma è divenuto un tracciato esclusivamente per test: sono state tolte le tribune, asfaltate tutte le vie di fuga e sono state predisposte numerosissime varianti del tracciato, per tutte le esigenze. La proprietà ha più volte affermato che organizzare una gara ufficiale non è nei loro programmi perché troppo costoso e meno redditizio dell’utilizzo esclusivo per i test della pista… Rimane quindi in piedi, al momento la suggestiva (?) ipotesi di un tracciato cittadino a Parigi, in particolare a Eurodisney. Bisognerà però vedere come andranno i prossimi Gran Premi che si prevede di correre su circuiti cittadini. I progetti sono molti (Valencia, Singapore), ma la Formula 1 da diversi anni ha come unico tracciato cittadino Monaco. Probabilmente la scelta della prossima sede del Gran Premio di Francia sarà legata al successo degli altri tracciati cittadini.